SVILUPPO SOSTENIBILE AGRICOLTURA TUTELA DEL TERRITORIO SALVAGUARDIA AMBIENTALE

LINO E CANAPA

Data pubblicazione Scritto da Super User

Dalla semina al telaio (di George A. Lower)

 

maschio femmina Canapa

Il nostro paese importa praticamente tutte le fibre naturali tranne il cotone. Le Whitney-machine e altri metodi di tessitura perfezionati ci permettono di fabbricare articoli in cotone molto più economici rispetto ai lini, tanto che la produzione del lino è cessata nel nostro paese. Noi non riusciamo a produrre le nostre fibre a prezzi inferiori rispetto ad altri agricoltori del mondo. A parte i costi salariali più alti, non siamo neanche in grado di avere una produzione altrettanto vasta. La Jugoslavia, il paese europeo con la più alta produzione di fibra per ettaro, recentemente aveva un raccolto di 800 libbre per ettaro. Secondo calcoli analoghi l’Argentina produce 680 libbre, l’Egitto 550 libbre e 360 libbre l’India. Negli Usa il raccolto medio si aggira intorno alle 350 libbre. Per essere concorrenziali sul mercato mondiale dobbiamo migliorare i nostri metodi di produzione dalla semina al telaio.

Il lino viene ancora strappato con le radici, macerato nel maceratoio, seccato al sole e infine candeggiato in una liscivia di ceneri di legna, potassa e zostera bruciata. Macchinari perfezionati per l’aratura, la semina e la raccolta hanno aiutato i grandi agricoltori, e fino ad un certo punto anche i piccoli; ma i processi di lavorazione dalla raccolta alla fabbricazione del filato sono ancora troppo primitivi, dispendiosi, ed esauriscono il terreno.

La canapa, la più forte pianta da fibra, è quella con la maggiore rendita per ettaro e che necessita di meno cure. La sua coltivazione non solo rende superflua la sarchiatura contro la malerba, ma soffoca addirittura le erbacce lasciando il terreno in ottime condizione per le colture successive di altre specie. Per questi motivi, senza tener conto del suo valore economico, risulta essere una pianta molto utile, di cui vale la pena intraprendere la coltivazione. Per quanto riguarda il clima e la coltivazione, la canapa è molto simile al lino e come questo andrebbe raccolto prima che sia troppo matura. Il momento migliore è quando le foglie inferiori del fusto cominciano a seccare e i fiori disperdono il loro polline. Come per il lino, le fibre terminano in stipole e sono formate da fasci tenuti insieme da una colla vegetale contenente della pectina. Se viene trattata chimicamente secondo la procedura usata per li lino, con essa si ottiene una fibra magnificamente simile a quella del lino, tanto che è necessario un microscopio per stabilire la differenza, che comunque consiste solo nel fatto che nella canapa alcune estremità sono sfilacciate. Si possono invece chiaramente distinguere le due specie inumidendo qualche fascio di fibre e appendendolo, poiché asciugandosi la fibra del lino si attorciglia in senso orario, quella della canapa invece in senso antiorario.

All’inizio del secolo la Russia produceva 400 mila tonnellate di canapa, che ancora oggi viene raccolta e scotolata a mano. Attualmente la Russia ha una produzione dimezzata e come l’Italia, da cui un tempo importavamo grosse quantità di canapa, ne consuma la maggior parte in proprio.

Nel nostro paese la canapa, se piantata in quantità di 2,5 bushel (misura di capacità corrispondente ad uno staio, circa 35 litri) per ettaro, fornisce 7,5 tonnellate di paglia secca per ettaro. Di queste il 15-20 % è costituito da fibre e l’ 80-85 % da materiale legnoso. Il mercato della cellulosa e della segatura per la produzione di plastica è in rapido sviluppo e fa supporre che il materiale finora sprecato frutti così tanto che da una parte valga la pena intraprenderne la raccolta mentre dall’altra i costi per le fibre rimarranno così bassi che potranno far concorrenza alle 500 mila tonnellate di fibre dure importate ogni anno.

La canapa, la cui fibra è dalle 2 alle 3 volte più resistente di qualsiasi altra fibra dura, può avere la stessa lunghezza con un peso notevolmente minore. Per esempio un cordone di sisal, con una resistenza agli strappi di 18 kg, lungo 135 m, pesa circa 450 g. La più pregiata cordicella di canapa dello stesso peso misura circa 386 m. La canapa non è soggetta a molti di quei fattori che invece alterano il valore e la qualità delle fibre tropicali, nessuna delle quali ha la stessa resistenza all’acqua dolce e salata che ha la canapa.

In passato è stata formulata la teoria secondo cui la canapa andrebbe tagliata all’inizio della dispersione del polline; ma alcune delle migliori fibre che sono state lavorate in Minnesota erano proprio in piena germinazione. La teoria potrebbe essere rapidamente verificata piantando la canapa in alcuni ettari di terreno: nel primo quarto si procederà alla raccolta quando inizia la dispersione del polline, nel secondo e nel terzo quarto una settimana o 10 giorni più tardi e nell’ultimo quarto quando il seme è completamente maturo. Queste quattro partite andranno poi lavorate separatamente, in modo da valutare le differenza qualitative e quantitative.

Nel nostro paese ci sono vari tipi di macchine per la raccolta della canapa. Una di queste è stata introdotta nel mercato parecchi anni or sono dalla International Harvester Company. Recentemente i coltivatori di canapa del MiddleWest hanno modificato alcune mietilegatrici per la raccolta della canapa. Questa trasformazione non è particolarmente costosa e in genere le macchine funzionano in modo soddisfacente.

La deresinificazione della canapa segue la stessa procedura del lino. Le scorze oppongono forse un po’ più di resistenza alla macerazione, comunque al termine del processo di ammollo si disfano completamente, di modo che si può ottenere una fibra eccellente. Se la canapa viene trattata secondo un determinato processo chimico, essa può essere filata sui filatoi per cotone, lana e filati pettinati e ha lo stesso potere assorbente e la stessa indossabilità del lino.

Sul mercato inoltre sono già presenti alcune scotolatrici per canapa. I mulini oscillanti utilizzati nell’Illinois e nel Wisconsin usavano un sistema di otto coppie di cilindri scanalati che smuovevano la paglia seccata per rompere la parte legnosa dello stelo. A questo punto le fibre, con parti di stelo ancora attaccate (dette anche stoppa o filaccia) venivano condotte da un operaio su un nastro continuo, che le riportava su due tamburi posizionati uno dietro l’altro e muniti esternamente di lamiere battenti che scartavano la maggior parte delle parti della filaccia, nonché gli steli che non avevano raggiunto la lunghezza necessaria. La percentuale di fibre per corda e quella per tela da imballaggio era circa metà e metà. Le fibre per tele da imballaggio, o fibre corte, passavano poi su un pulitore a vibrazione, che scuotendole, separava la filaccia.

Nel Minnesota e nell’Illinois è stato sperimentato anche un altro tipo di macchina, che consiste in un tavolo di alimentazione sul quale vengono distesi gli steli. Nastri trasportatori li conducono poi fino ad una catena a griffe, dalla quale vengono afferrati e trasportati al centro della macchina. Due lame battenti una contro l’altra, come quelle di un tosaerba, montato con un angolo di 45 ° rispetto al nastro trasportatore, rompono gli steli della canapa contro il bordo affilato di un disco di acciaio. In questo modo si ottiene la frantumazione della parte legnosa della paglia e la separazione della filaccia dalla fibra. Dall’altra parte, vicino alle lame, c’è un altro set, montato con un angolo di 40 gradi rispetto alla prima coppia, e serve per tranciare gli steli e le filacce.

La prima catena dentata trasporta gli steli verso quella successiva in modo, da scuotere le fibre che all’inizio sono passate tra le griffe. Sfortunatamente questo tipo di vibratore produce ancora più fibre per tela da imballaggio del così detto tipo del Wisconsing. Questa fibra per imballaggio è difficile da ripulire perché le filacce vengono rotte in lunghe schegge che si attaccano tenacemente alla fibra.

Un altro tipo di macchina trasporta gli steli lungo una fila di cilindri scanalati. Qui le parti legnose vengono ridotte in pezzi lunghi circa 2 cm mentre le fibre passano attraverso degli oscillatori di avanzamento che lavorano tra due piastre a fessura fissa.

Le filacce ancora presenti vengono separate dalla fibra, che proseguono su un nastro trasportatore verso la pressa per balle. Poiché in questo modo le fibre non vengono battute in “contro pelo”, questo tipo di vibratore produce solo fibre per corda, che subiscono lo stesso processo di lavorazione del lino.

I produttori di smalti e vernici sono interessati all’olio di canapa perché possiede buone proprietà di asciugamento. Quando sarà stato sviluppato un mercato anche per quelle parti della pianta finora non utilizzabili (cioè i semi e la stoppa), allora la canapa si dimostrerà sia per gli agricoltori che per la comunità, la pianta coltivata più remunerativa che si possa desiderare e renderà le aziende di produzione americane indipendenti dalle importazioni.

Le catastrofi fluviali e le tempeste di sabbia degli ultimi tempi dovrebbero servirci come ammonimento a non continuare a distruggere le nostre foreste. Il fabbisogno di legname da costruzione potrebbe con ogni probabilità essere soddisfatto dalle parti della pianta della canapa e del lino finora inutilizzate. Lo stesso discorso, vale anche per il fabbisogno di materiale sintetici in costante e allarmante crescita.

 

(Mechanical Engeneering, 26/02/1937)

 torna a Notizie



  • logo ass spazi di risonanza potenza
    Associazione Spazi di Risonanza


  • azienda honorati marche
    Azienda Agricola Trionfi Honorati

  •  
    logo azienda caputo chiaromonte
    Mons Clarus di Pasquale Caputo
  • Logo LUCANELLA
    Pastificio Lucana


  • logo ass colori del mediterraneo
    Associazione I colori del Mediterraneo


  • logo azienda Doino Bella
    Agriturismo Taverna del Pastore




  • vallata dello stilaro
    La Vallata dello Stilaro

  • bioagrisalute
    Agri Bio Salute

  • logo pizzeriaSelvaggio
    Pizzeria Selvaggio

  • logo veg autoproduzioni
    Veg Autoproduzioni


  • viniSudExpo logo, vini sud expo
    Vini Sud Expo

 

 

logo lucanapa footer

Associazione Lucanapa

via Louis Braille, 18

85100 Potenza (PZ)

cf. 96073050765

p.iva 01841880766