LUCANAPA
CANNABIS SATIVA L
LUCANAPA SOCIAL
NEW MILLION DOLLAR CROP
Nuovo raccolto miliardario
Agli agricoltori americani viene presentato un nuovo prodotto agricolo facilmente commerciabile con un valore annuo pari a varie centinaia di milioni di dollari, perché è stata inventata una macchina che risolve un problema vecchio di oltre 6000 anni. Si tratta delle canapa, una pianta coltivata che non farà concorrenza agli altri prodotti americani. Al contrario, essa rimpiazzerà l’importazione di materie prime e di prodotti finiti confezionati da lavoratori giornalieri e sotto-pagati e procurerà migliaia di posti di lavoro ai lavoratori americani. La macchina che rende possibile tutto questo separa la corteccia contenente le fibre dal resto del fusto, di modo che le fibre della canapa stiano disponibili senza costi di manodopera eccessivi. La canapa è la fibra per eccellenza in tutto il mondo. E’ resistente agli strappi e duratura. Con essa si possono fabbricare oltre 5000 prodotti tessili, dai cordami ai più raffinati merletti. La filaccia legnosa residua, una volta estratte le fibre, contiene oltre il 77% di cellulosa con cui è possibile fabbricare altre 25.000 prodotti, dalla dinamite al cellophane.
I macchinari attualmente utilizzati in Texas, Illinois, Minnesota e in altri stati producono fibre al costo di cerca mezzo centesimo per libbra. Anche il resto del fusto può trovare uno sbocco commerciale remunerativo. In concorrenza con le fibre straniere, per le quali viene impiegata manodopera sottopagata, i proprietari dei macchinari traggono un buon profitto pur pagando agli agricoltori 15 dollari per ogni tonnellata di canapa grezza.
Gli agricoltori considerano la canapa una pianta di facile coltivazione, che può dare un raccolto che va dalle 7,5 alle 15 tonnellate per ettaro, anche in terreni già coltivati a grano, frumento o avena. La fase di crescita è molto breve, per cui la canapa può essere piantata dove già sono stati raccolti altri cereali. La canapa può essere coltivata in qualsiasi stato degli Usa. Le sue lunghe radici penetrano nel terreno, lo smuovono e lo lasciano in una condizione ottimale per il raccolto dell’anno successivo. Le fitte corono di foglie, a 8-12 piedi dal terreno, soffocano le erbacee. Due raccolti successive sono sufficienti per rendere nuovamente coltivabile un terreno che era stato necessario abbandonare a causa dei cardi canadesi o della gramigna.
Un tempo si procedeva in questo: dopo la falciatura si lasciava giacere la canapa sui campi per alcune settimane, finché questa non era sufficientemente “macerata” per poter estrarre le fibre a mano. Macerare significa semplicemente marcire a causa della rugiada, della pioggia e dell’azione dei batteri. Sono state studiate delle macchine apposite per separare meccanicamente le fibre dal fusto dopo la macerazione, ma fino a oggi i costi erano ancora alti, con una grande perdita di fibre e una qualità relativamente modesta. Con la scoperta della nuova “macchina decorticatrice”, la canapa viene tagliata con una mietilegatrice lievemente modificata. Poi viene portata alla macchina, dove attraverso un convogliatore automatico è trasportata fino ai cernitori al ritmo di due o tre tonnellate all’ora. La filaccia viene rotto in piccoli pezzi che cadono in un pozzo di raccolta, un camion o un container per il trasporto. La fibra esce dall’altra estremità della macchina, pronta per essere pressata in balle. A questo punto con le fibre si può fare più meno qualsiasi cosa. La fibra grezza può essere rilavorata in spaghi, corde, oppure tessuta in tela da imballaggio o utilizzata come canovaccio per tappeti o come retro per il linoleum. Può essere candeggiata e raffinata con prodotti resinosi semilavorati di alto valore commerciale. In sostanza può essere usata per sostituire tutte le fibre straniere che sommergono oggi i nostri mercati.
Ogni anno una ditta di polvere da sparo utilizza migliaia di tonnellate di filaccia di canapa per la produzione di dinamite e di tritolo. Un’importante cartiera che pagava ogni anno oltre un milione di dollari di dogana per la carta per le sigarette proveniente dall’estero, ora produce questa carta con la canapa coltivata nel Minnesota. Una nuova fabbrica nell’Illinois ha iniziato a produrre con la canapa dell’ottima carta per banconote. La composizione di questa pinta coltivata la rende per sua natura una fonte di cellulosa economicamente vantaggiosa per qualsiasi tipo di carta, e l’alta percentuale di alfa-cellulosa fa sperare in un ‘illimitata riserva di questa materia prima per tutti gli innumerevoli prodotti in cellulosa che i nostri chimici hanno inventato.
Generalmente si pensa che i cosiddetti “lini” vengano prodotti con la pianta del lino. In realtà, la maggior parte dei “lini” viene invece confezionata con la canapa. Gli esperti ritengono che questo valga per oltre la metà dei tessuti di lino da noi importati. Errata è anche l’opinione secondo cui la tela dei sacchi sarebbe di canapa. In realtà il materiale normalmente usato per i sacchi è la juta, e quasi tutta la tela da sacco da noi utilizzata viene tessuta in India da lavoratori che vengono pagati 4 centesimi al giorno. Lo spago di solito è fatto in sisal, proveniente dallo Yukatan e dall’Africa orientale.
Tutti questi prodotti, che oggi vengono ancora importati, potrebbero essere fabbricati con canapa nostrana: reti da pesca, corde per archi, tele, corde robuste, tute da lavoro, damaschi, tovaglie, fini indumenti di lino, asciugamani, lenzuola e migliaia di altri oggetti d’uso. In media importiamo dall’estero tessuti e fibre per un valore di circa duecento milioni di dollari all’anno. Nel 1937 abbiamo imparato, nei soli primi sei mesi, fibre grezze per 50 milioni di dollari. Queste enormi somme di denaro potrebbero tornare utili agli americani.
L’industria della carta offre possibilità ancora maggiori. Questo ramo dell’industria fattura oltre un miliardo di dollari all’anno, importando l’ 80% del materiale. Con la canapa si potrebbe produrre qualsiasi tipo di carta, e secondo stime ufficiali da 10.000 ettari di canapa si potrebbe ottenere la stessa quantità di carta che si ottiene con il legno di 40.000 ettari di bosco.
Un ostacolo a questo progresso è costituito dalla riluttanza degli agricoltori nello sperimentare nuovi tipi di coltivazione. Il problema è ulteriormente complicato dal fatto che è necessario un adeguato impianto di lavorazione, che si deve trovare a una ragionevole distanza dalle fattorie. Una macchina non può funzionare vantaggiosamente se non ha intorno un numero sufficiente di appezzamento, e viceversa gli agricoltori non possono coltivare la canapa senza che essa fiorisca. Un decreto recentemente abbozzato dal governo federale impone la denuncia delle coltivazioni di canapa, e le proposte di sanzioni per prevenire la produzione di sostanze stupefacenti sono piuttosto severe.
Il legame tre la pianta coltivata della canapa e la marijuana sembra comunque esagerato. La droga di solito viene prodotta dalla canapa selvatica e dalla stramonio, che si possono trovare in qualsiasi appezzamento abbandonato oppure lungo i binari delle ferrovie. Se si riuscirà a formulare delle disposizioni governative federali che proteggano la popolazione senza impedire la coltivazione legale della canapa, questa pianta potrà fornire un notevole contributo all’agricoltura e all’industria degli USA.
(Popular Mechanics, 1938)
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